Via Palazzuolo, trasparenza e ruolo del pubblico: Del Re e Ordine degli Architetti sfidano il metodo del Comune

Fondazione CR Firenze e il Comune di Firenze

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Via Palazzuolo tra rigenerazione promessa e scontro istituzionale. Del Re e Ordine degli Architetti contro i “progetti donati”: trasparenza, concorsi e ruolo del pubblico tornano al centro del dibattito urbanistico

 

Il progetto Recreos, finanziato dalla Fondazione CR Firenze e affidato allo studio Luca Dini, avrebbe dovuto rappresentare il simbolo della rinascita di via Palazzuolo: marciapiedi ampliati, più verde urbano, nuovo arredo e persino la ristrutturazione gratuita di 43 botteghe storiche per tentare di risollevare una strada segnata da degrado e microcriminalità. Ma la mancata trasformazione del quartiere è diventata epicentro di un ennesimo scontro politico sul ruolo dell’urbanistica nella Firenze dell’era Nardella/Funaro. La Fondazione, intanto, ha minacciato il ritiro del finanziamento a causa della scarsa sicurezza della zona, spingendo Palazzo Vecchio a interventi urgenti e perfino alla cessione di un immobile per garantire la continuità del progetto.

L’Ordine degli Architetti di Firenze ha recentemente denunciato un nodo fondamentale di tutta questa vicenda: in Via Palazzuolo, ma anche in altri casi come la famigerata “tettoia” del Mercato di Sant’Ambrogio, il Comune avrebbe accettato progetti “donati” da privati senza passare per un concorso di progettazione, aggirando così – secondo l’Ordine – lo spirito del Codice dei contratti pubblici. Una modalità che, secondo alcuni architetti, non sarebbe un caso isolato ma parte di una tendenza più ampia negli ultimi anni. E mentre l’assessora all’Urbanistica Caterina Biti e la sindaca difendono la scelta come «collaborazione virtuosa», non si può fare a meno di osservare una progressiva perdita di autonomia del Comune nei confronti dei soggetti finanziatori.

Nel dibattito è intervenuta anche Cecilia Del Re, già assessora all’urbanistica con Nardella e oggi capogruppo di Firenze Democratica, che richiama i principi di partecipazione, trasparenza e regia pubblica cruciali nelle trasformazioni urbane: “Condividiamo ed apprezziamo l’intervento odierno dell’Ordine degli Architetti di Firenze in merito alla necessità che l’amministrazione comunale utilizzi lo strumento del concorso di progettazione per trasformazioni pubbliche importanti per dimensione, pregio o anche di valore sociale, come nel caso di via Palazzuolo. Ricordiamo, peraltro, che la scelta di avvalersi di concorsi di progettazione era un punto fermo che avevamo tracciato nella presentazione e nelle relazioni a PS e POC… la scelta numero 5 ‘Rigenerazione urbana partecipata e innovazione urbana’.”

La consigliera rilancia anche il tema — da lei sostenuto da anni — di un Urban centre diffuso, come presidio di informazione e partecipazione: “Abbiamo non solo condiviso la presa di posizione dell’Ordine degli Architetti, ma abbiamo altresì voluto ribadire… la realizzazione di un Urban centre alla Ex Ciminiera Fiat a Novoli e diffuso presso le sedi dei quartieri. Ribadiamo, poi, la necessità di un unico ufficio comunale per la progettazione dello spazio pubblico… che è stato – ed è – un punto importante del programma di Firenze Democratica. Occorre ridare centralità alla progettazione dello spazio pubblico e prendersene cura.”

Con accuse di procedure opache, progetti dai privati, finanziatori in allarme e istituzioni in attrito, via Palazzuolo si trasforma in un caso politico più grande di sé: un test su chi realmente guida la trasformazione urbana di Firenze. Del Re lo esplicita criticando anche il recente voto contrario della maggioranza in commissione su una mozione legata proprio alla trasparenza dei progetti donati: “Continueremo a portare avanti le nostre proposte… È ora di aprire un nuovo corso nella trasformazione dello spazio pubblico urbano.”

Foto Copertina: Copyright Fondazione CR Firenze e il Comune di Firenze

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