Riesplode violentemente il caso Manetti, nonostante la multa già pagata dall’assessore: quel giorno, dopo la multa, rivela la sottosegretaria all’Interno all’assessore Chiara La Porta (FdI), ella sarebbe stata raggiunta da due auto, a bordo di una delle quali vi era anche Giani, che dopo essersi informato sulla situazione chiese di un eventuale permesso provvisorio per raggiungere la sede della Regione, accompagnando poi la Manetti in prefettura per allargare la richiesta a una possibilità di poter guidare nel tragitto casa-lavoro anche con la patente sospesa. Su tutte le furie, ovviamente, l’opposizione, soprattutto Tomasi e Marcheschi di Fratelli d’Italia: il caso, riportato da Repubblica Firenze e Corriere Fiorentino, ha contribuito a far emergere, ad opera di quest’ultimo, un quadro ancor più fosco sulla sua rapida e sospetta scalata ai vertici, non priva di contrarietà (tra cui quella della stessa Sara Funaro che non la volle a Palazzo Vecchio). Più moderato, invece, il M5S, che ben si premura di non mettere in discussione l’alleanza col PD ma «chiede chiarezza», con toni assai più dimessi rispetto a quando, al grido di «Onestà!», dichiaravano di voler aprire le istituzioni come «scatolette di sardine». Probabilmente neanche queste potrà più permettersi il resto dei cittadini della nostra città e regione: tutti i giornali hanno dedicato ampio spazio alle questioni economiche, che vedono un impoverimento generale su tutta la linea. La Repubblica Firenze, ad esempio, riporta uno studio della CGIL, che nel frattempo ha proclamato uno sciopero generale per il 12 dicembre, dal quale emerge che in Toscana lo stipendio medio è di 1.300€ al mese e che con un solo stipendio, ormai, a fine mese non si arriva più. Fa eco Il Tirreno, che riprende anch’esso l’analisi della Camera di Commercio fiorentina citata ieri, sintetizzando un -10% in salari e potere d’acquisto negli ultimi cinque anni, e riporta la testimonianza di una madre di quattro figli a Prato che ha dovuto fare tante rinunce per l’aumento dei prezzi e del caro vita, riprendendo essenzialmente uno stile di vita come quello dei nostri padri e nonni, fondato sulla collaborazione solidale, il riciclo e senza spese superflue come le cene al ristorante. Ma non tutti riescono a farvi fronte così serenamente: sulla stessa testata, come su Repubblica Firenze e La Nazione Firenze, leggiamo dell’inchiesta di IRES-CGIL dalla quale si evince una maggior «distanza tra precari e stabili», un «peso delle utenze insostenibile» e un 55% di persone che ha dovuto fare a meno di qualcosa nell’ultimo anno: chi alle visite e alle cure mediche, chi a cambiare la caldaia, chi addirittura ha dovuto dilazionare al massimo i tagli di capelli dal parrucchiere, chi a comprare più di un certo quantitativo di vestiti. A giudicare dai racconti, i ristoranti di berlusconiana memoria si svuoteranno ancor più, perché rientrano anch’essi tra le rinunce di molti: si parla in breve, sul 55% sopracitato, di un 18% che ha dovuto rinunciare a piccole cose e un 17% di chi ha dovuto dire addio ad altre più importanti, con un 19% che l’ha dovuto fare più di una volta, il tutto rispetto al 2022. Sul Corriere Fiorentino è stillicidio di povertà: mentre sale la quota di toscani che deve fare a meno delle cure per l’arretramento della sanità pubblica (11.5% la quota di spesa sotto questa voce rispetto al 20.3% nazionale, dati GIMBE), è sotto la media anche il numero previsto dei nostri conterranei che faranno la spesa nel Black Friday: 66.1% contro il 70.2% di media nazionale, con un 34% tra chi si asterrà proprio dall’effettuare acquisti e chi è ancora indeciso. Anche il turismo, però, è «penalizzato dal crollo del potere d’acquisto»: nei primi nove mesi di quest’anno l’IRPET ha calcolato un -1.9% di presenze nella nostra regione, soprattutto, infatti, quelle “interne”, cioè di altri italiani: -2.1% contro un misero +0.4% del turismo internazionale. Ma vanno in rosso sia il comparto extra-alberghiero che, ancor più gravemente, quello alberghiero: -0.7% e -5.1% rispettivamente. Tengono solo città d’arte e montane, crisi nera per quelle balneari: -6% con segno negativo per le presenze sia europee (-6.4%), sia toscane (-8.3%), sia italiane (-5.1%). SUNIA e comitati, da ultimo e menzionati su La Repubblica Firenze, fanno luce sulla situazione altrettanto disastrosa dell’abitare, parlando senza mezzi termini di «emergenza affitti in città», con un 50% di ritiri dai concorsi pubblici e una diminuzione del 30% dei contratti a lungo termine o a canone concordato. Ma la dismissione non guarda in faccia nessuno: con un’accusa, reputata «falsa» dai diretti interessati, di morosità, il ristorante alla Casa della Cultura in via Forlanini è stato sfrattato, informa La Nazione Firenze. Sono state intanto raccolte 2.000 firme a sostegno e solidarietà del locale, mentre l’ARCI rifiuta ogni tipo di confronto nonostante i gestori stiano aspettando un nuovo contratto dal 2014, quando fu loro comunicato che non potevano avere una licenza commerciale. A Sollicciano, riporta lo stesso giornale, è stato sventato un tentativo di evasione di un detenuto magrebino, sullo sfondo di una protesta di diversi altri carcerati per la mancanza di acqua calda. Al di qua dalle sbarre, mentre entrano in vigore le nuove regole per i dehors, che interesseranno attività in 73 strade (tali per il Corriere Fiorentino, 72 secondo Il Tirreno Firenze e La Nazione Firenze) in seguito a un accordo tra Comune e Soprintendenza, è stato infine firmato l’atto di accorpamento tra i licei “Michelangelo” e “Galileo”, che ora dovrà essere ratificato dalla Regione, cui però sono stati presentati nuovi emendamenti, nonostante l’assenza dei voti del centrodestra e una piccola protesta svoltasi ieri tra piazza San Marco e piazza SS. Annunziata, riportata su La Nazione Firenze assieme alla menzione di un corteo degli studenti del liceo artistico di Porta Romana per la non accensione dei termosifoni. Un grande esercizio di democrazia si è visto persino tra i bambini della Montagnola, che chiedono una migliore qualità del cibo della mensa: una forma di «dissenso e partecipazione» (La Nazione Firenze) che fa pensare a una gestione sicuramente più di qualità della cosa pubblica che costoro sarebbero in grado di mettere in campo rispetto a individui come Sara Funaro, Andrea Giorgio o Caterina Biti. E se il pesce puzza sempre dalla testa, non si può tuttavia non notare come ciò si rifletta sui lavori da essi ordinati: ne è un esempio via Jacopo da Diacceto, di cui ha parlato il Corriere Fiorentino, dove dopo la cosiddetta manutenzione dei binari della tranvia si registrano stridenti fischi da 92 decibel sui binari ogni 3 minuti, cioè a ciascun suo passaggio. Chiusa questa parentesi, il caso della Montagnola dimostra come i bambini, tesoro della società, vadano protetti con tutte le forze della collettività e delle famiglie, soprattutto di fronte a un incedere della crisi su tutti i fronti che vede, forse come tentativo di patologica e criminosa evasione, il dilagare della pedofilia anche tra soggetti molto giovani, come il 23enne straniero arrestato a Pisa per abusi sulla figlia 6enne degli amici di famiglia (La Repubblica Firenze) o il 25enne fiorentino a processo per possesso e divulgazione di materiale pedopornografico (La Nazione Firenze). (JCM)
In copertina: Copyright Fotocronache Germogli
