Notte di violenza: straniero aggredisce ragazza 18enne. Lei sotto choc,
insorge il Centrodestra: “Serve Cpr”. Chi fermerà questa spirale?
L’ennesima notte di violenza in una Firenze sempre più ferita dal degrado urbano e dall’insicurezza. Una ragazza di 18 anni è stata aggredita, tramortita e – secondo alcune ricostruzioni – potrebbe aver subito una violenza sessuale, anche se sarà l’esito delle indagini e degli accertamenti medici a fare luce sulla natura dell’aggressione. E’ accaduto mentre tornava a casa lungo il vialone che porta all’ospedale di Torregalli, una zona di confine tra Firenze e Scandicci già nota per episodi di criminalità, occupazioni abusive e microdelinquenza.
Come riportato da La Nazione, la giovane, una volta ripresasi, si è trascinata con una mano sanguinante fino a un locale ancora aperto per chiedere aiuto. È stata soccorsa, medicata e accompagnata in ospedale, dove è stata presa in carico come codice rosa. Ha poi sporto denuncia ai carabinieri della compagnia di Firenze Oltrarno. Le forze dell’ordine stanno ora lavorando per ricostruire quella che La Nazione definisce come un’ora di buio: un lasso di tempo – circa sessanta minuti – che è completamente assente dalla memoria della vittima e che risulta cruciale per comprendere l’esatta dinamica dei fatti. Sempre secondo il quotidiano, gli investigatori stanno passando al setaccio i filmati delle telecamere di sorveglianza della zona, alla ricerca di indizi utili.
Secondo quanto riferito dalla vittima, l’aggressore sarebbe uno sconosciuto con accento straniero, e non si esclude che l’individuo possa essere collegato a una delle numerose occupazioni abusive che infestano la zona, tra l’ex caserma Gonzaga e l’area di confine tra Scandicci e Firenze. Un’area ormai allo sbando, dove – come denunciato da anni dai residenti – si concentrano spaccio, furti, vandalismi e violenze.
Durissimo il commento del consigliere comunale Alessandro Draghi (Fratelli d’Italia), che parla senza mezzi termini di “scena dell’orrore” e attacca duramente il presidente della Regione, Eugenio Giani, e l’amministrazione fiorentina: “Come possono, Giani e Funaro, continuare ad opporsi ai centri di rimpatrio? Cosa accidenti stiamo aspettando ad intervenire in maniera drastica una volta per tutte? In che mondo normale viene legittimata l’illegalità a discapito di donne e cittadini onesti?”. Anche il Capogruppo Lega in Palazzo Vecchio Guglielmo Mossuto sottolinea l’urgenza di “realizzare in Toscana un CPR (che la sinistra ostacola sistematicamente!…) quale struttura di detenzione amministrativa utilizzata per trattenere persone migranti in attesa di esecuzione di provvedimenti di espulsione”. Sul tema del centro per il rimpatrio batte anche il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Sandra Bianchini: “Sembra che l’aggressore sia una straniero. Anche di fronte ad un fatto così grave il Pd e in particolare la Giunta Giani hanno ancora il coraggio di dire che un Centro per i rimpatri non serve in Toscana? Non sarà risolutivo ma sicuramente è una via da intraprendere per fermare questa ondata di criminalità dovuta soprattutto alle politiche dei porti aperti tanto cara alla sinistra”.
Per mesi la sinistra ha continuato a ribadire il proprio no all’apertura di un CPR in Toscana, ed è francamente inquietante osservare come questa parte politica – che governa la Regione e la città – stia continuando a ignorare la realtà per motivazioni squisitamente ideologiche. La verità è che a pagare il prezzo di questa rigidità ideologica sono i cittadini: ragazze che non possono più tornare a casa da sole senza rischiare di essere aggredite; residenti che vivono assediati dal degrado e dalla paura. Zone di Firenze che si stanno trasformando in “terre di nessuno”, dove la legalità sembra ormai un’eccezione e non la regola.
Chi oggi guida la città e la Regione dovrebbe avere il coraggio di chiarire se episodi come quello avvenuto a Torregalli siano considerati un prezzo accettabile in nome di politiche di “inclusione” che, alla prova dei fatti, si stanno rivelando sempre più fallimentari. Dovrebbero chiarire perché la sicurezza dei cittadini – in particolare delle donne – continui a essere sacrificata in nome di posizioni ideologiche che appaiono sempre più scollegate dalla realtà quotidiana.
La domanda, ancora una volta, è semplice: quante altre donne dovranno essere aggredite prima che qualcuno alzi lo sguardo dal manuale ideologico e si assuma la responsabilità di governare davvero?