Tomasi: “Sicurezza, legalità e dignità al centro dello sgombero della parrocchia di Vicofaro”

GERMOGLI PH: 21 MAGGIO 2025 FIRENZE CONVEGNO DEI DELEGATI DI LEGACOOP PIAZZA SANTISSIMA ANNUNZIATA NELLA FOTO ALESSANDRO TOMASI ATTUALE SINDACO DI PISTOIA E FUTURO CANDIDATO ALLE ELEZIONI REGIONALI TOSCANE PER IL CENTRO DESTRA
Vicofaro, finalmente liberata la parrocchia. Il sindaco di Pistoia e candidato alla Regione Toscana
enfatizza i rilievi dei Vigili del Fuoco e dell’ASL come base dell’ordinanza di sgombero

 

La questione legata ai migranti ospitati nella parrocchia di Santa Maria Maggiore di Vicofaro è finalmente giunta a una svolta definitiva, dopo una lunga serie di esposti, contestazioni e sopralluoghi che si è trascinata per anni. Con l’ordinanza firmata il 7 giugno, il sindaco di Pistoia e ora candidato alla Regione Toscana Alessandro Tomasi ha finalmente disposto lo sgombero dell’edificio.

L’ordinanza ha portato al trasferimento degli oltre 150 migranti che vivevano negli spazi della canonica. Il primo cittadino ha spiegato che la decisione è stata presa per motivi di sicurezza, legalità e dignità, appoggiandosi ai report di Asl, Vigili del Fuoco e Polizia municipale. «A Vicofaro oltre 150 persone vivevano in condizioni inaccettabili. Lo dicono i report dei Vigili del Fuoco, dell’Asl e di tutti quei soggetti che nel tempo hanno fatto sopralluoghi e dato conto, puntualmente, di una situazione di pericolo, senza dignità, che non si poteva e non si può chiamare accoglienza», ha dichiarato Tomasi in un comunicato.

Il sindaco ha precisato che la parrocchia «sfuggiva ad ogni gestione e alle regole su cui si deve basare una comunità», e che non ha mai affrontato la questione in termini di strumentalizzazione politica. «La questione andava infatti affrontata in termini di sicurezza, legalità e dignità pensando sia alle persone accolte, sia agli abitanti di quel quartiere che per troppo tempo hanno sopportato la situazione e, talvolta, si sono sentiti giudicati da chi in quel luogo non vive». L’ordinanza è arrivata dopo un lungo percorso e molteplici tentativi falliti. «Quando i Vigili del Fuoco scrivono che in quell’edificio, con quella gestione, le persone sono in pericolo, quando mancano le minime condizioni igienico sanitarie per vivere, quando non ci sono regole né percorsi di integrazione, quando quel centro diventa rifugio anche per chi commette reati, c’è solo una cosa da fare prima che accada l’irreparabile».

Nei giorni successivi all’ordinanza, le forze dell’ordine hanno presidiato l’area e, grazie al lavoro di Caritas, Diocesi e Prefettura, i migranti sono stati ricollocati in strutture nei comuni limitrofi. Gli ultimi sei ospiti sono stati allontanati il 3 luglio, e l’edificio è stato chiuso. «Oggi possiamo parlare di una svolta. Grazie alle forze dell’ordine che per giorni hanno presidiato la zona. Grazie alla Caritas che si è occupata dei trasferimenti, alla Diocesi, al Questore e al Ministro degli Interni e ai Sottosegretari che negli scorsi mesi ho incontrato a Roma». Tomasi ha infine ringraziato i cittadini che, in questi anni, hanno segnalato le criticità, rivendicando la necessità di un’azione ferma per evitare il rischio dell’irreparabile.

 

Foto: Copyright Fotocronache Germogli