Firenze fa festa nei quartieri, ma la sicurezza richiede continuità oltre gli eventi

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Musica, laboratori, giochi, arte e cene condivise tornano ad animare le piazze di Firenze con “Facciamo Festa”, il progetto che punta a far rivivere gli spazi pubblici della città attraverso una partecipazione attiva e collettiva. Un calendario di eventi gratuiti, colorati e intergenerazionali, pensato per rafforzare il senso di comunità e, al tempo stesso, contribuire al presidio urbano in modo nuovo, umano e inclusivo.

L’iniziativa – che prenderà il via il 25 giugno e proseguirà fino a ottobre – nasce dalla volontà dell’amministrazione comunale di restituire vita e valore a luoghi spesso percepiti come marginali o “a rischio”, coinvolgendo in prima persona cittadini, associazioni e realtà del territorio. Il progetto è stato selezionato all’interno del bando regionale sulla partecipazione civica e sulla sicurezza sociale, garantendo a Firenze un finanziamento di 75.000 euro dalla Regione Toscana, a cui si aggiungono 32.000 euro stanziati direttamente dal Comune: quasi 100.000 euro destinati alla cura condivisa del bene comune.

Ad ogni quartiere è stato affidato uno spazio simbolico e delicato: via Palazzuolo e piazza San Paolino per il Quartiere 1, piazzetta Bongo alla Rocca Tedalda per il Quartiere 2, piazza Elia Dalla Costa nel Quartiere 3, il giardino dei Giuncoli in via Canova per il Quartiere 4 e piazza Dalmazia nel Quartiere 5. Luoghi scelti non a caso, ma con un occhio attento alle zone dove la percezione di insicurezza è più diffusa e dove è più urgente intervenire per ricostruire relazioni e fiducia.

Le attività – tutte gratuite – non si limitano a essere semplicemente offerte, ma sono organizzate e promosse dagli stessi cittadini, attraverso associazioni locali, comitati di quartiere, centri culturali e cooperative sociali. Una vera e propria co-progettazione che va ben oltre l’idea dell’intrattenimento: si tratta di un esperimento sociale, di un patto tra istituzioni e cittadini per rivitalizzare gli spazi urbani.

Il percorso culminerà, in ogni quartiere, con una cena comunitaria ispirata alla “Festa dei Vicini”, format nato a Parigi nel 1999 e poi esteso a livello europeo. Un momento di condivisione e convivialità che simboleggia il senso più profondo di questa iniziativa: riscoprire la città come luogo di legami, non solo di transito.

In alcune serate saranno presenti anche gli agenti della Polizia Municipale dell’unità “Città Sicura”, che avranno il compito di ascoltare i cittadini, raccogliere segnalazioni e testimoniare la presenza concreta delle istituzioni anche nei quartieri più fragili.

Secondo l’assessore alla sicurezza urbana Andrea Giorgio, la chiave per costruire una città più sicura passa anche da qui: “Abbiamo messo in rete le tante realtà del territorio che già operano quotidianamente negli spazi pubblici. Le abbiamo sostenute economicamente per dar loro la possibilità di sviluppare progetti condivisi. La sicurezza urbana si costruisce anche con vitalità sociale, relazioni, occasioni di partecipazione. Luoghi più vissuti sono, inevitabilmente, anche luoghi più sicuri”.

Ma se è vero che la vivibilità urbana è un argine importante contro il degrado, è altrettanto vero che eventi come “Facciamo Festa” – per quanto preziosi – non possono da soli risolvere il problema della criminalità o del disagio urbano. Sono un tassello fondamentale, certo, ma necessitano di essere accompagnati da una strategia più ampia, che comprenda investimenti strutturali su illuminazione, presidio fisso, manutenzione, coesione sociale e servizi pubblici.

Anche l’assessora alle politiche giovanili Letizia Perini ha sottolineato l’importanza di rivolgersi in modo particolare ai più giovani: “Abbiamo immaginato un progetto che riporti i ragazzi a vivere gli spazi pubblici, restituendo loro un senso di appartenenza e di cura. Chi sente di appartenere a un luogo, se ne prende anche più responsabilità”.

Un concetto condiviso dai presidenti dei cinque Quartieri, che hanno lavorato fianco a fianco con l’amministrazione comunale per costruire un’offerta che fosse coerente con i bisogni specifici di ogni zona. “Siamo convinti – dichiarano – che la sicurezza si costruisca con la prevenzione, con la presenza, con la vivibilità reale degli spazi pubblici, coinvolgendo tutte le generazioni a partire dai più piccoli”.

La direzione, dunque, è quella giusta: favorire l’inclusione, l’ascolto, la partecipazione attiva. Ma il percorso va consolidato, ampliato, reso permanente. Le feste nei quartieri accendono un riflettore su quello che può essere fatto con poco, ma servono anche per ricordare che il lavoro sulla sicurezza urbana non può esaurirsi nei mesi estivi, né con la sola animazione culturale.

Perché la vera vittoria sarà quando ogni piazza sarà vissuta ogni giorno, senza paura e senza bisogno di occasioni speciali per sentirsi parte di una comunità.