Firenze, la città della paura: genitori e cittadini sono stanchi

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Di Simone Margheri

Firenze non può più vivere nella paura. Non possono più viverci i genitori che, ogni sera, si chiedono se i propri figli torneranno a casa sani e salvi. Non possono più viverci i ragazzi che hanno smesso di uscire con leggerezza, e nemmeno i commercianti che ogni giorno alzano la serranda con l’ansia di trovare la vetrina spaccata.

Tre ragazzi che conosco da anni — figli di cari amici, ragazzi normali, come tanti — sono stati aggrediti ieri notte in pieno centro durante una tentata rapina da parte di extracomunitari. E uno di loro ferito al volto per soccorrere l’amico si è sentito dire “ti buco”. È stato un episodio violento, improvviso, gratuito. E solo perché sono riusciti a scappare non si è trasformato in tragedia.

La frustrazione è diffusa. Firenze, la città dell’arte e della bellezza sembra sempre più in balìa della microcriminalità: borseggi, spaccate, aggressioni, risse. E a pagare il prezzo più alto sono i cittadini onesti, quelli che lavorano, studiano, escono per una pizza o una passeggiata e si ritrovano ostaggi dell’insicurezza I numeri confermano ciò che la gente vive ogni giorno. In sei mesi sono stati registrati 639 episodi di microcriminalità di strada, di cui 418 solo nel centro storico. Il 76% dei commercianti teme furti e rapine, e quasi sei su dieci giudicano insufficiente la presenza delle forze dell’ordine.

Firenze è la seconda provincia in Italia per reati denunciati ogni mille abitanti: un record amaro, che pesa su chi ci vive e lavora. Il punto è che non basta più parlarne. Non bastano le zone rosse, le ordinanze temporanee o i proclami. Serve un’azione concreta, costante, visibile. Serve più presenza dello Stato, più controlli, più fermezza. Servono decisioni, non annunci.

È ora di dire basta al buonismo e all’inclusività fine a se stessa. Accogliere chi rispetta le regole è un dovere, ma tollerare chi le calpesta è un errore che stiamo pagando tutti. Firenze non deve rinunciare alla sua anima aperta, ma deve difendere con forza la propria sicurezza e la propria dignità. Perché se una città non è sicura, non è libera. E se non è libera, non è viva. Firenze merita di essere accogliente, ma sicura. Sempre Il Sindaco Funaro non molto tempo fa si vantava che le denunce sono in calo, ma – parafrasando il suo predecessore – la percezione non è cambiata.

 

Articolo ripubblicato per gentile concessione dell’autore.
Originariamente pubblicato su Ad Hoc News il 27 ottobre 2025

Foto: Copyright Fotocroanche Germogli