Per quanto possa essere vantato il distacco ufficiale (astensionismo, quindi, a parte) tra Giani e Tomasi in quest’ultima tornata elettorale, non si placano i diverbi e le contraddizioni all’interno del campo largo “vittorioso”: con i candidati fiorentini colati a picco fino al 27% è guerra sui nomi e dilemma tra la riconferma di Bezzini o la promozione di una tra Monia Monni e Serena Spinelli, mentre per il sindaco di Prato Matteo Biffoni, che ha sbancato con le sue 22.155 preferenze, la conditio sine qua non sarà la rinuncia alla sua attuale carica. Il quadro, tracciato da Repubblica Firenze, ben si abbina con quello non certo più roseo interno alla Lega, dove invece la resa dei conti arriverà dopo il consiglio federale milanese del 21. Nell’occhio del ciclone, come si presagisce dalle dichiarazioni riportate dalla stessa testata, Vannacci e la sua operazione di “rottamazione” del partito. Ma la particolare situazione di Firenze non è passata inosservata agli occhi di Emiliano Fossi, il quale però, intervistato dal Corriere Fiorentino, dà la colpa del suo pessimo risultato alla gestione politica più che a quella del territorio; vediamo infatti, da un prospetto compilato da La Nazione Firenze, che il PD ha sostanzialmente retto soltanto nelle zone tradizionalmente “sue” come Rifredi, Isolotto, Peretola, Galluzzo, San Bartolo a Cintoia e viale Europa, barcollando però a Gavinana e a Novoli e perdendo centro storico, colline fiesolane e Campo di Marte (ma non le Cure) a favore di Fratelli d’Italia, con l’Oltrarno principale baluardo di Toscana Rossa. Le problematiche comuni a tutto il fiorentino, tuttavia, sono lì che attendono al varco la nuova giunta Giani: i funerali della 26enne romena Elena Gurgu, suicida a Sollicciano, hanno riaperto con veemenza la questione della vivibilità della struttura carceraria, con un’emergenza che continua e un arrivo di 76 agenti a fronte di 75 uscite e pensionamenti (La Repubblica Firenze, Corriere Fiorentino), un delinquente che semina il terrore dalle parti di Lastra a Signa aggredendo una donna col nipotino di cinque mesi in braccio e un’altra a Scandicci dopo la madre nell’orto di famiglia (La Repubblica Firenze, La Nazione Firenze). Situazione pericolosa anche sotto il Ponte all’Indiano, con un accampamento abusivo abitato da una sola persona e dotato di bombole a gas, per le quali forte è la paura a causa del rischio esplosione (Corriere Fiorentino). Sul fronte rumori, monta la protesta dei residenti di Santa Croce, che adesso non vogliono più il calcio storico nel loro quartiere: la petizione inoltrata da 25 residenti si fa forte del precedente del 2010, quando un’iniziativa analoga riuscì a metter fine ai concerti nel suo territorio, ricorda La Nazione Firenze. E mentre il collettivo della GKN inizia a far pressione sulla Regione affinché nomini il revisore unico per rendere operativo l’organismo circa le prossime mosse per il salvataggio e la riabilitazione dell’indotto (Corriere Fiorentino), continuano le manifestazioni in solidarietà alla Palestina, che vedono adesso l’occupazione dei plessi universitari di via Laura e via Capponi ma anche del liceo Gramsci, le cui assemblee sono improntate non soltanto alla situazione nella Striscia di Gaza, ma anche agli sviluppi della guerra in Ucraina e non solo, e del Rodolico e del Castelnuovo. Breve ma intense quelle del Saffi e del Russell-Newton (La Repubblica Firenze, Corriere Fiorentino). E se in centro si torna a respirare con la delibera su caddies e risciò che ha registrato solo 21 richieste di permesso (La Repubblica Firenze, Corriere Fiorentino, La Nazione Firenze e Il Tirreno Firenze), una perizia finanziata dai cittadini di Campi Bisenzio e riportata su Repubblica Firenze ha sancito l’evitabilità dei danni dell’alluvione del 2023, che mette ufficialmente, nero su bianco, quanto tutti già sapevamo sulla conoscenza dei rischi da parte di chi, tra Comune e Regione, ci governerà rispettivamente per altri 4 e 5 anni. (JCM)
In copertina: Copyright Fotocronache Germogli