Sono passati solo pochi giorni da quando Simone Gianfaldoni, del Comitato Cittadini Attivi San Jacopino, ha denunciato pubblicamente il grave degrado in cui versa il quartiere, ormai ostaggio di balordi di ogni tipo.
E puntuali, come un copione già visto troppe volte, le spaccate alle auto sono tornate a spron battuto
Solo pochi giorni fa eravamo in via Galliano ad ascoltare le voci di cittadini e commercianti esasperati dallo stato di insicurezza e abbandono del rione e dall’essere ostaggio di sbandati di ogni tipo che spadroneggiano nella via.
Oggi ci risiamo, con una contabilità delle spaccate che non solo non accenna a diminuire, ma cresce a ritmi impressionanti, toccando numeri da record.
Nonostante denunce, esposti e richieste di intervento rivolte a tutte le autorità competenti, il disagio resta invariato. A essere esasperato è anche lo stesso Simone Gianfaldoni, che ammette amaramente di “annoiare perfino se stesso” a forza di chiedere aiuto. Precisa sempre di voler ringraziare le forze dell’ordine, puntualmente presenti a ogni chiamata, ma il vaso ormai è colmo.
Negli ultimi venti giorni il rione è entrato di diritto in un surreale Guinness World Record delle spaccate: venti episodi in appena dieci giorni.
Auto con vetri e lunotti in frantumi, abitacoli devastati per razziare qualsiasi cosa, e soprattutto la sensazione diffusa che i delinquenti agiscano in totale tranquillità, anche in pieno giorno.
Il materiale rubato, come sottolinea Gianfaldoni, viene spesso abbandonato poco dopo, gettato sui marciapiedi o nel giardino di via Galliano, ormai simbolo assoluto del degrado del quartiere.
«C’è poco da festeggiare questo Natale – dice amareggiato Gianfaldoni – qui siamo in una terra di nessuno». E come se non bastasse, stanno riprendendo anche i furti in appartamento, messi a segno con un’agilità degna delle finali olimpiche di ginnastica. Diversi cittadini segnalano di essere stati derubati in pochi minuti, anche in pieno giorno, con l’uso di corde da arrampicata e persino metal detector.
La paura corre lungo ogni strada del quartiere. I residenti, già abituati a vivere blindati in casa, ora non si sentono più al sicuro nemmeno tra le proprie mura.
Andare a fare la spesa è diventato un percorso a ostacoli, un’esperienza che qualcuno paragona amaramente a attraversare la Sarajevo dei cecchini negli anni ’90: tra loschi figuri armati di coltelli e machete, furti e violenze diffuse nei supermercati e nei negozi.
La domanda, a questo punto, è una sola: il 2026 prometterà davvero qualcosa di meglio?
