Con una squadra trasversale e radicata in tutta la regione, Tomasi lancia un programma pragmatico su sanità pubblica, gestione dei rifiuti, edilizia popolare, semplificazione amministrativa e sviluppo economico
È partito ieri pomeriggio da Scandicci il viaggio di “È Ora!”, la lista civica che affianca Alessandro Tomasi nella corsa per la presidenza della Regione Toscana. Una tappa che segna l’ingresso ufficiale di un progetto che vuole andare oltre i partiti, valorizzando storie, esperienze e competenze dal territorio.
Attorno a Tomasi, una squadra numerosa, compatta e trasversale che arriva da ogni angolo della regione. C’erano volti noti e amministratori locali: Daniele Lorenzini e Paolo Bambagioni, entrambi ex PD e coordinatori della civica, Massimo Sabatini da Firenze (candidato), Lorenzo Bosi (imprenditore e capolista sempre a Firenze), Fabio Raso da Pistoia – già capogruppo della lista che ha sostenuto Tomasi a sindaco – e Massimiliano Bernardi, ex Rifondazione e recordman di preferenze a Carrara. Dall’Aretino, al fianco del sindaco di Pistoia, anche i sindaci di Bibbiena e Monterchi. Anche rappresentanti di categoria e del mondo produttivo, come Marco Neri, presidente di Confagricoltura Toscana (sospeso per il voto), candidato a Grosseto, e Renato Luparini per la provincia di Livorno. Dal Senese, la presenza di Michela Guerrini ha confermato l’attenzione della lista su tutte le province. E poi Francesca Caroti (che gestisce la pagina Facebook ‘Abusivismo e degrado Firenze’), Valentina Guttadauro, Ilaria Magiotti, Andrea Parisi (anch’egli imprenditore), Raffaele De Gaudio, Brunella Pierattini.
Ha introdotto i lavori Paolo Bambagioni, coordinatore regionale della Lista Civica, ribadendo la linea del movimento e toccando temi essenziali come lo sviluppo economico, l’ambiente, l’efficienza amministrativa e l’attrazione di investimenti. Con tono deciso, ha evidenziato le criticità del modello attuale: «Noi abbiamo sostenuto volentieri Tomasi perchè è una persona per bene. Questa è una regione che respinge gli investimenti perchè gli investitori stranieri non riescono ad avere mai risposte, è una regione dove si fanno tanti discorsi sull’ecologia, ma che non ha voluto investire su impianti di smaltimento: noi toscani produciamo una montagna di rifiuti e li spediamo a Napoli, in Germania, non siamo neanche capaci di auto-smaltire i nostri rifiuti.». E conclude con una stoccata a Giani: «Non ha amministrato, ha solo distribuito soldi a destra e a sinistra, senza investire nello sviluppo e senza alcuna visione per il futuro della Toscana».
Alessandro Tomasi è poi apparso sul palco dove ha toccato tutti i punti programmatici della sua candidatura.
Sul tema della casa, Tomasi ha acceso i riflettori su una grave mancanza di politiche abitative pubbliche adeguate: «C’è un problema, c’è un’emergenza della casa che riguarda tutti: vecchi, giovani. Del nostro patrimonio dell’edilizia popolare, solo il 9% è stato costruito dopo gli anni Duemila». E ha rilanciato una proposta chiara: «Si può, anche qui, fare un grande piano casa per le persone indigenti, per la classe media, per i ragazzi». Propone di costruire «non per la speculazione, ma recuperando vuoti urbani e quartieri».
Sul fronte ambientale e dei rifiuti, Tomasi ha denunciato la gestione ipocrita della questione da parte delle giunte precedenti e criticato i costi e l’inquinamento generati dal trasporto fuori regione: «Siamo nel 2025 e siamo una regione dove la maggior parte dei rifiuti monta su un camion con costi enormi, con inquinamento enorme, e va per essere incenerita da altre parti». Emilia Romagna e Lombardia «stanno comprando i nostri rifiuti, e il nostro cittadino paga di più». Il suo obiettivo è chiaro: «Noi dobbiamo essere autosufficienti. Dobbiamo essere una regione autosufficiente mettendo a frutto le tecnologie attuali di smaltimento dei rifiuti». E ha lanciato un’accusa diretta: «Usciamo dall’ipocrisia che ci ha portato a fare l’esatto contrario di quello che si proponeva: meno riciclo, più inquinamento, più discariche, incenerire e continuare a incenerire».
Sul tema dello sviluppo e della burocrazia, ha raccontato un’esperienza personale da sindaco per denunciare l’eccessiva lentezza del sistema: «È possibile che ci siano decine di imprenditori e aziende che non riescono ad ampliare di cento metri un capannone per dare lavoro o portare più investimento?». E ha ricordato un caso concreto: «Mi è toccato di dover dire a un investitore: guardi, lei in ventiquattro mesi non avrà tra le mani niente, forse avrà al massimo finito di fare i fogli della burocrazia». Una situazione che definisce inaccettabile, soprattutto a fronte della cementificazione incontrollata che passa in sordina quando viene fatta «nell’interesse di qualcuno o di qualcun altro», come accaduto nel caso del famigerato “cubo” di Firenze.
Sul tema della sanità, Tomasi ha poi ribadito con forza la propria posizione a favore del sistema pubblico, pur riconoscendo la possibilità di una collaborazione regolata con il privato: «Noi siamo per la sanità pubblica, ma crediamo che la sanità pubblica possa avere un rapporto proficuo con il privato, quando questo rapporto il pubblico lo gestisce indirizzando e chiedendo cosa vuole». Ha precisato però che «non dobbiamo avere paura della sanità privata, ma dobbiamo avere sempre presente che quella da difendere è quella pubblica». Poi ha criticato gli annunci non supportati da soluzioni concrete, ad esempio per via della carenza di personale: «Ci sono roboanti annunci: centosettanta case, ottanta case, sessanta ospedali… ma manca il personale. Quale personale riempirà questi luoghi?».
Infine, Tomasi ha fatto un ragionamento più ampio sul dibattito pubblico e la qualità della campagna elettorale, denunciando l’involuzione del confronto politico: «Io non voglio che questa campagna elettorale si svolga sempre sui temi vecchi di quarant’anni». E ha lanciato un monito: «Guardate le domande che i giornalisti talvolta mi fanno – non è colpa loro – ma mi chiedo: dove vogliono portare il dibattito? Su temi vecchi di 40 o 50 anni». E ha indicato una direzione alternativa, fatta di contenuti attuali e prospettive concrete: «Noi vogliono che si parli di ciò che ci tocca da vicino: dell’invecchiamento, del ruolo della famiglia, dell’aiuto agli studenti, della tecnologia, della ricerca, delle università, delle infrastrutture telematiche, delle attrazioni, degli investimenti», concludendo con una visione positiva e inclusiva: «Dobbiamo svegliarla questa campagna, dobbiamo parlare di queste cose. Un ragazzo nato qui deve poter decidere di lavorare, mettere su famiglia, fare impresa, insomma deve essere messo in grado di poter vivere qui in Toscana».
Oltre al ruolo da primo cittadino di Pistoia, Tomasi è stato consigliere comunale d’opposizione per dieci anni, maturando una visione ampia e profonda delle dinamiche istituzionali. «Amo fare il sindaco – ha detto – è l’esperienza amministrativa più bella e vera della mia vita. Ti insegna a essere concreto, a dire dei “no” ragionati e dei “sì” responsabili. È proprio questa esperienza che mi differenzia dal mio avversario: io ho amministrato, conosco il peso delle decisioni. Stiamo unendo energie diverse, esperienze locali, persone che decidono di esporsi per cambiare una Regione governata dalla stessa parte politica da 55 anni. Questo coraggio va sostenuto».
Con la lista “È Ora!”, Tomasi si presenta come l’uomo del fare, deciso a portare in Regione un approccio amministrativo pragmatico, lontano dalla politica delle promesse e vicino ai bisogni reali dei cittadini.